In questa ricerca sono analizzate in modo dettagliato le traduzioni di Giorgio Caproni, Giovanni Raboni, Peter Verstegen e Paul Claes di quattro famose poesie de “Les Fleurs du Mal” di Charles...Show moreIn questa ricerca sono analizzate in modo dettagliato le traduzioni di Giorgio Caproni, Giovanni Raboni, Peter Verstegen e Paul Claes di quattro famose poesie de “Les Fleurs du Mal” di Charles Baudelaire: “La Mort des amants”, “L’Homme et la mer”, “Tristesses de la lune” e “L’Albatros”. Le traduzioni di Caproni e Raboni, ambedue poeti italiani famosi, sono apparse molto interessanti per la nostra ricerca per la lunga consuetudine che i loro autori hanno avuto con la poesia di Baudelaire, e per il fatto che sono state rivedute in seguito. L’olandese Verstegen e il belga Claes sono traduttori famosi nell’area olandofona, per cui li abbiamo coinvolti nella nostra ricerca. I traduttori hanno effettuato scelte molto differenti, il che è risultato in traduzioni diversissime. Le traduzioni in prosa di Caproni trasmettono l’esatto contenuto delle poesie originali, ma il lettore non ha nessun’idea della forma, del metro e della rima adoperati da Baudelaire. Manca un aspetto fondamentale dell’originale, per cui la sua magia non viene trasmessa. Le traduzioni di Raboni, attraverso il tempo completamente riscritte, tengono il mezzo fra poesia e prosa e si distanziano chiaramente troppo dalle poesie originali. La forma delle traduzioni di Verstegen e Claes, invece, rispecchia fedelmente quella dei testi francesi. Conseguenza ne è, che sul piano del contenuto si sono dovuti permettere una certa libertà. Le traduzioni dei due traduttori olandesi, che senza dubbio riescono a comunicare al lettore la magia delle poesie originali francesi, sono chiaramente superiori a quelle dei due poeti italiani.Show less